Preadolescenti allOpera
Preadolescenti allOpera
Invitiamo i ragazzi a giocare, riflettere e pregare.
(Non) siamo tutti cosi'!
Gli esempi appena descritti raccontano stereotipi caratteristici della vita oratoriana. La tentazione è sempre quella di catalogare i ragazzi in un gruppo particolare ma dobbiamo sempre pensare che ogni ragazzo ha un percorso di crescita diverso e unico, che necessita di essere capito e condiviso. Certo, è più facile inserire i ragazzi in uno dei classici gruppi che si vanno a formare, ma solo osservando attentamente e comprendendo le motivazioni di ognuno è possibile toccare le corde giuste per far fare ai ragazzi una bella esperienza estiva.
A pensarci bene le difficoltà sono tante: l’età ravvicinata tra animatori e ragazzi rende complessa la strutturazione di un rapporto diverso da quello tra pari; la difficoltà a progettare attività accattivanti per mancanza di tempo e risorse rischia di portare alle solite attività gradite ai ragazzi, gli spazi e i tempi non sempre adeguati rendono più difficoltose le giornate...
Proviamo però a soffermarci su qualche elemento che lega la vita di ogni preadolescente, per cercare di sciogliere qualche nodo sulle cause dei loro comportamenti e atteggiamenti.
Pronti a tutto… e a niente
Una volta cresciuti, si fa fatica a capire certi atteggiamenti dei ragazzi perché essi sono la sintesi degli opposti: una volta si comportano da adulti, un minuto dopo commettono una sciocchezza infantile… un giorno giocano per due ore con un gioco semplicissimo, la volta dopo con un gioco preparato nei minimi dettagli si dimostrano svogliati. Dall’essere i loro eroi, gli animatori passano facilmente a non essere ascoltati. Insomma: è sempre difficile capire ciò che pensano e vogliono! È importante saper cavalcare l’onda quando i ragazzi sono entusiasti di ciò che stanno facendo, mentre bisogna metterci tutto l’impegno e l’entusiasmo possibile per cercare di coinvolgerli nelle giornate “no”!
Sei (un) grande!
Partiamo da una domanda senza risposta: bisogna trattarli da ragazzi “grandi” oppure no?
Come già descritto, essi stanno attraversando un momento di forti cambiamenti… ognuno con i suoi tempi! Gli atteggiamenti di ogni ragazzo sono spesso contrastanti con le loro parole: mentre affermano di non aver più bisogno di qualcuno, nei comportamenti dimostrano di aver spesso bisogno di aiuto e di attenzioni.
Desiderano la loro autonomia perché convinti di saper fare una determinata cosa o di vivere determinate relazioni, ma vogliono sicurezze per le cose che non conoscono. Per questo è importante saper essere sempre flessibili rispetto a quello che si sta facendo.
Troviamo le occasioni per farli mettere allOpera, ma con la sicurezza di essere guidati da qualcuno di più grande.
“Vado bene?”
Nel periodo della preadolescenza i ragazzi sviluppano un cambiamento repentino ma costante che porta a una grande insicurezza di sé e a forti tensioni interiori: non mi riconosco più nei miei cambiamenti. Accade solo a me? Sono normale? Vado bene?
Questa tensione sfocia spesso nella curiosità di scoprire l’altro, in tutte le sue forme.
Le conseguenze sono duplici: o un totale allontanamento dagli altri, che porta a un desiderio di solitudine, o un attaccamento morboso verso il prossimo.
L’insicurezza rispetto a ciò che si è spinge a comportarsi come gli altri “del gruppo” o a schierarsi dalla parte del più forte.
Proprio per questo è importante proporre testimoni coinvolgenti, che invitino i ragazzi a giocare con lo stesso entusiasmo con cui chiedono loro di riflettere e pregare.